Fai attenzione ad usare queste parole all’estero perché c’è il rischio di fare figuracce: in Italia sono comunissime ma fuori…
Viaggiare in altri paesi ci permette non soltanto di visitare posti fantastici, tra paesaggi naturali, bellezze artistiche e architettoniche e storie di folklore locale, ma anche (e soprattutto) di ampliare i nostri orizzonti e di scoprire nuove culture.
C’è un detto popolare che recita: “Paese che vai, usanza che trovi”. Non dobbiamo quindi sorprenderci se, spostandoci dalla nostra zona di comfort, ci troviamo davanti a situazioni molto diverse rispetto a quelle che viviamo nella quotidianità, e che magari almeno inizialmente potrebbero sembrarci stranianti.
La cultura italiana, con la sua storia e la sua tradizione, è celebre in tutto il mondo e dunque gli italiani all’estero non passano mai inosservati; non è raro sentire termini della nostra lingua utilizzati anche in altri paesi. Eppure, se vai all’estero, dovresti fare attenzione a come usi queste parole, perché hanno un uso totalmente diverso rispetto a quello che ne facciamo noi: una maggiore accortezza potrebbe evitare di farti fare figuracce!
Ci sono alcuni paesi all’estero dove, a causa di somiglianze con termini locali, bisognerebbe evitare di utilizzare specifiche parole col significato che gli diamo noi. Gli specialisti della piattaforma Preply, che offre lezioni di tantissime lingue con insegnanti qualificati, ne ha selezionate alcune, mettendo in guardia tutti i viaggiatori. Ad esempio, in una reception di un hotel anglofono, non si dovrebbe parlare di “camera”, poiché il termine è utilizzato per indicare quella che per noi è la macchina fotografica o la telecamera.
Con “costume” intendono invece abiti teatrale, e non un bikini; in aggiunta, negli USA e nel Regno Unito chiedere del latte al bar ci farebbe ottenere un’abbondante tazza di caffellatte, e non il nostro latte. Con bagno, invece, potremmo riferirci in maniera imbarazzante e fuori luogo al bordello; sconsigliato quindi l’uso, così come utilizzare “bimbo”, non riferito al fanciullo ma termine con cui in inglese viene identificata, in maniera gergale, una ragazza abbastanza svampita.
Passando allo spagnolo, una lingua con cui l’italiano ha molta affinità, è meglio fare attenzione a quando si chiama in causa il burro; per noi è un alimento, mentre per gli spagnoli è la parola per asino e, in gergo, anche un riferimento ad una persona incivile. I fraintendimenti possono esserci anche in Oriente: in Giappone si brinda utilizzando la parola “kanpai”, mentre il nostro cin-cin potrebbe essere inteso come “chinchin”, con cui in giapponese si fa riferimento al pene.
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