La politica di Donald Trump spaventa i mercati europei: l’introduzione dei dazi sui prodotti importati ha effetti negativi per il vino italiano.
L’ingresso alla Casa Bianca di Donald Trump ha creato un vero terremoto politico, aprendo a nuovi scenari inaspettati, in particolare per quanto riguarda i mercati europei. Una delle mosse annunciate dal neo presidente statunitense è quella dell’applicazione di nuovi dazi sui prodotti europei importati negli USA. Una mossa del genere, se applicata, avrà naturalmente delle conseguenze negative sul nostro export.
Il vino italiano, richiesto in tutto il mondo per la sua inimitabile qualità, vale sul mercato americano quasi 2 miliardi di euro, ma le nuove tariffe potrebbero far crollare le vendite negli Stati Uniti, riducendole drasticamente. Uno scenario che comporterebbe grossi problemi per la filiera del vino Made in Italy, e che si tradurrebbe in una perdita di 330 milioni.
L’industria del vino italiano si trova di fronte a una nuova minaccia. Questa volta, la minaccia proviene dagli Stati Uniti, uno dei principali mercati dei prodotti Made in Italy. I nuovi dazi sui prodotti agroalimentari europei potrebbero frenare l’export, creando un’enorme frattura commerciale.
Secondo quanto dichiarato dall’Osservatorio UIV, una tassazione del 20% sui vini e del 10% sugli spumanti, percentuali dichiarate da Trump, rappresenterebbe una mazzata per i produttori italiani. Le aziende italiane temono il peggio e vedono il loro mercato ridursi drasticamente.
Se nel 2024 il mercato del vino negli USA ha raggiunto quasi 2 miliardi di introiti, nel 2025 le vendite potrebbero subire un crollo del 15%, perdendo così circa 330 milioni di euro, riportando i valori ai livelli pre-pandemia. Lamberto Frescobaldi, presidente di UIV (Unione Italiana Vini), ammette che il mercato non potrebbe sostenere questo extra doganale.
Gran parte del costo ricadrà inevitabilmente sulle aziende e sui produttori, ma anche sui consumatori, i quali vedranno un aumento notevole sul prezzo delle bottiglie. E pensare che il settore del vino, negli Stati Uniti, è già in calo da anni, sia vini bianchi che rossi, a differenza degli spumanti, i quali segnano vendite maggiori.
Dunque, un volume di vendite destinato a subire un ulteriore calo, questa volta drammatico. Se il Prosecco continua il suo trend positivo negli USA, i vari brand di vini sono tutti calati, soprattutto Lambrusco e Pinot Grigio delle Venezie.
A questo punto, la premier Giorgia Meloni, dato il buon rapporto con Donald Trump, potrebbe ottenere un trattamento di favore, modificando la strategia commerciale degli Stati Uniti e anche dell’Italia. Il mercato americano è fondamentale per le industrie italiane, di qualsiasi settore, e non è ammissibile perderlo. Nelle prossime settimane la politica affronterà il tema dazi, cercando di trovare un modo per aggirarli o per scongiurarli.
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